SAS: Quello sporco mestiere di spia by Gérard De Villiers

SAS: Quello sporco mestiere di spia by Gérard De Villiers

autore:Gérard De Villiers [Villiers, Gérard De]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2012-03-28T13:18:46+00:00


12

Ad ogni sobbalzo, Malko sentiva contro di sé il corpo morbido di Samantha, che quasi subito, dopo la partenza, si era addormentata di colpo con la testa sulla spalla di Malko.

La sua faccia era gonfia, tumefatta, ma una notte di sonno aveva mi-gliorato abbastanza le cose. Avevano dormito in due amache tese nella capanna del PKI, sotto la guardia di Prakasan. Kalì era scomparsa. Malko aveva pensato ai dollari. Al risveglio, Samantha si era pettinata e cosparsa di profumo con uno spruzzatore che aveva nella borsa rossa. La Mercedes di Kalì era impregnata di profumo “Miss Dior”… Da quando erano partiti, l’indonesiana, che era seduta” davanti vicino all’autista, non aveva aperto bocca. Il suo silenzio era preoccupante. Malko non capiva il cambiamento di atteggiamento di Samantha.

Quando aveva sentito che lui stava per rivelare dove si trovava il denaro, aveva letteralmente capitolato di fronte all’indonesiana.

Ora, non appena in possesso delle armi, Kalì avrebbe torturato a morte Samantha e lui per ricuperare il denaro…

Malko aveva un bel riflettere, non riusciva a capire il piano della contessa. E non poteva certo chiederle spiegazioni in presenza di Kalì. La notte, separati continuamente da Prakasan, non avevano potuto parlare.

Movendosi nel sonno, Samantha appoggiò il petto contro di lui e gemette. Tutto il suo corpo era dolorante. Malko guardò il delicato collo di Kalì, davanti a sé. Probabilmente avrebbe fatto in tempo a strangolarla prima che l’autista potesse intervenire. A suo tempo, alla scuola speciale di Fort Braggs, aveva imparato il karaté.

Ma dopo?

La Mercedes era seguita da tre camion russi nuovi fiammanti, con a bordo una quindicina di uomini guidati dal carnefice di Samantha. Parecchi erano armati. Ora il piccolo convoglio era nella foresta che attraversava Balì da sud a nord. Malko non aveva nessuna speranza. Senza contare che 75

Samantha era troppo debole per tentare un’evasione.

Procedevano verso Singaradjia, la più grande città a nord di Balì. Mancavano ancora almeno tre ore, perché su quella strada le enormi buche si alternavano a curve di centottanta gradi. Impossibile superare i quaranta chilometri all’ora. I camion avanzavano a fatica e il rombo dei motori mettevano in fuga le scimmie. Malko non sapeva a chi appartenessero.

Alcuni uomini indossavano una specie di uniforme militare, ma nessuno di loro era soldato. Inoltre, la maggior parte del loro armamento consi-steva in parangs infilati nella cintura.

Ai due lati della pista, la foresta formava una muraglia impenetrabile, una cortina di liane, di felci di alberi giganteschi. I banani, dalle innumeri radici, assomigliavano a piovre immobili, simili a mostruosi cancri.

Kalì si voltò e lanciò a Samantha un’occhiata velenosa. Malko dimenticò la bellezza del paesaggio. Era in pericolo di morte e doveva trovare qualcosa per venirne fuori. Kalì non avrebbe avuto pietà.

La Mercedes frenò brutalmente. Dovevano attraversare un piccolo guado. Samantha aprì gli occhi, si mise più comoda e non si riaddormentò.

Con lo sguardo nel vuoto, guardava la strada, indifferente. Malko fu quasi seccato da questa sua calma. Sembrava che se ne infischiasse di tutto.

Per rompere il silenzio, domandò:

— Come mai le armi sono qua, mentre voi



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